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Volevo ragione a tutti i costi. Era come se una fiamma ardesse dentro di me, alimentata dall’impellente bisogno di dimostrare la mia verità, di far prevalere le mie convinzioni. Non c’era spazio per il compromesso, né per la comprensione delle prospettive altrui. La mia mente era prigioniera di un’unica ossessione: vincere ogni disputa e ottenere la conferma che le mie idee fossero le uniche valide.
Ma mentre combattevo per difendere le mie ragioni, mi rendevo conto che quel desiderio di vittoria a ogni costo mi stava consumando, avvelenando le relazioni. Le parole pronunciate con veemenza diventavano frecce avvelenate, ferendo coloro che osavano sfidare la mia opinione.
Pian piano, l’ombra dell’isolamento cominciava a avvolgermi, separandomi dagli altri, confinandomi in un’arena solitaria dove risuonava solo la mia voce. Mi sentivo come un guerriero solitario, circondato da una corazza di orgoglio che mi proteggeva, ma che allo stesso tempo mi isolava dal mondo esterno.
Fu solo quando decisi di abbassare le armi, di aprire il cuore alla comprensione e alla compassione, che finalmente riuscii a liberarmi da quel desiderio ossessivo di avere sempre ragione. Scoprii che la vera forza risiede nella capacità di ascoltare, di accogliere le diversità e di imparare dagli altri.
Così ho imparato che la vera saggezza sta nell’aprirsi al dialogo e nella ricerca della comprensione reciproca, solo abbandonando l’orgoglio e abbracciando l’umiltà possiamo veramente crescere e trovare la pace interiore.
